Il processo di Milano nelle arringhe della difesa

 Rovereto, 27 marzo 2013 ore 17:00, Fondazione Caritro Piaza Rosmini

Il processo di Milano nelle arringhe della difesa.

 

SALUTI

Fabrizio Rasera, Presidente dell’Accademia Roveretana degli Agiati di Rovereto

Renzo Michelini, Presidente dell’Associazione Roveretana per la Giustizia

Mauro Bondi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rovereto

INTRODUCE

Paolo Mirandola, Avvocato del Foro di Rovereto

INTERVENGONO

Diego Quaglioni, Ordinario di Storia del Diritto Medievale e Moderno nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento

Renato Ballardini, Avvocato del Foro di Rovereto

 

L’occasione dei novanta anni di Sandro Canestrini ha suggerito all’amico avvocato Paolo Mirandola e all’editore Festini l’opportunità della riedizione di quel monumento di civiltà giuridica che è Il Processo di Milano nelle arringhe della difesa, raccolta che in origine vide la luce a Vienna, nel 1966, ad iniziativa di Franz Xaver Philipp e per i tipi dell’Europa Verlag.


Monumento di civiltà giuridica e non solo memoria del dramma che si consumò nei primi anni ’60 come esito di lontani errori politici, di perduranti atteggiamenti oppressivi e di reciproche incomprensioni le cui conseguenze pesano ancora sulla vita istituzionale, la raccolta delle arringhe pronunziate dal collegio di difesa dei sudtirolesi imputati di alto tradimento e di attentato all’integrità dello Stato nel processo che dal 7 dicembre 1963 al 23 luglio 1964 si svolse davanti alla Corte d’Assise di Milano e che si concluse con una serie di condanne che furono giudicate miti, è nuovamente disponibile ad una lettura integrale.

Quel che il volume rappresenta, agli occhi del lettore di allora, è scritto nella prefazione del direttore della «TirolerTageszeitung», Manfred Nayer: «Per la prima volta nella storia dolorosa del gruppo etnico sudtirolese», egli affermava, «membri della minoranza nazionale sono stati difesi da un team misto di avvocati sudtirolesi ed italiani. I più eminenti rappresentanti della giurisprudenza italiana si sono messi a disposizione degli imputati. Così la questione “giuridica” del Sudtirolo, attraverso le sorti individuali degli imputati visti nei loro rapporti con l’infausta politica di Roma è stata presentata sia dagli avvocati di lingua italiana sia da quelli di lingua tedesca. Rimane la sensazionale novità, come speranza per il futuro, che alcuni tra i principi del foro italiani si sono dichiarati pronti a difendere i nostri compaesani e ad analizzare, al lume della loro brillante intelligenza, il problema del Sudtirolo a beneficio degli italiani di buona volontà».

[Diego Quaglioni]